Action Against the dark

Against the dark

Un’opera modestissima e un po’ paracula che vorrebbe essere forse Danny Boyle o Zack Snyder e invece risulta al massimo un David Decoteau meno frocio e più stupido.

In un mondo ormai devastato da un’epidemia improvvisa che rende le persone aggressive e cannibali, un gruppo di sopravvissuti cerca durante la notte di attraversare un vecchio ospedale e trovare una via di salvezza. A soccorso di queste persone arriva Tao e la sua squadra di cacciatori delle tenebre. Fight! 

Chi l’avrebbe mai detto che su queste pagine virtuali si sarebbe parlato di Steven Seagal, il reuccio degli action diretti in video? Direte voi: “Si va bene, ma che c’entra con l’horror?”. C’entra c’entra, miei buoni amici perché il suo ultimissimo lavoro Against the Dark è un horror con infetti alla 28 giorni dopo girato in un edificio abbandonato come Thooth and nail e pieno di sangue. “Azz” dirà qualcuno “e chi se lo aspettava?”. Nessuno forse, ma non tutto quello che sembra oro colato è prezioso. Against the Dark è in primis un brutto film: confuso, mal girato, mal scritto e persino noioso nel suo andare. Sir Steven Seagal apparirà in tutto una quindicina di minuti, buono solo per essere specchietto per le allodole per i pochi che ancora lo seguono in scalcinate produzioni. Se un tempo in film come Nico Programmato per uccidere Seagal sfoggiava un fisico da atleta, ora con 40 kg in più, una vistosa pancia fa due pose e il resto lo lascia agli stuntmen. Seagal arriva, dice due battute cretine (“Mi chiamo Tao e sono venuto per sconfiggere il male” e via di musica rock) e scompare per mezz’ora arrivando di tanto in tanto a fare capitolino come a dire “Ehi ci sono anch’io”. Il resto del film lo fanno un gruppo di idioti che per attraversare un ospedale abbandonato ci mettono un’ora e mezza, non si curano di non fare rumore per non attirare gli zombi e non si sa come hanno scelto proprio un edificio che avrà in ogni stanza tipo 20 morti viventi affamati. E pensare che una coppia di questo gruppo nell’ospedale ci ha dormito per quasi un mese e nessuno è venuto a rompere loro le scatole: zombi educati. Poi nel minestrone il regista Richard Crudo, uno che nel suo curriculum ha pure come operatore di camera il cult Donnie Darko, ci mette i soliti militari cretini ed ottusi tanto per fare Romero dei poveri. Ma quello che non ci si crede è il livello di abbozzamento dei personaggi: non capisci mai perché soffrano o gioiscano, una ragazza ha visto due secondi prima morire un suo amico e la scena dopo ride con una bambina. I mostri poi sono dotati dell’ubiquità: una sequenza prima in campo lungo l’edificio e vuoto e poi sorpresona spunta dalle spalle di un sprovveduto un morto vivente incazzato. Le tre regole aristoteliche di spazio, tempo e azione vengono buttate senza pudore nel cesso, ma va bene lo stesso per una produzione di così miserabile livello. Il make up degli infetti/zombi è simile a quello dei vampiri di 30 giorni di notte, ma il paragone tra le due pellicole è ingeneroso. Un’opera modestissima e un po’ paracula che vorrebbe essere forse Danny Boyle o Zack Snyder e invece risulta al massimo un David Decoteau meno frocio e più stupido. Ed è tutto dire. Da notare comunque che il virus si trasmette con il sangue e questi cretini uccidono gli infetti con grossi spadoni o coltelli. Ma pensa te. Poi tacciamo delle coreografie per le scene d’azione: da mettersi le mani nei capelli. Mamma mia!

Against the dark

Regia: Richard Crudo
Interpreti: Steven Seagal, Tanoai Reed, Jenna Harrison
Durata: 90 min.

 

 

About Andrea Lanza
Si fanno molte ipotesi sulla sua genesi, tutte comunque deliranti. Quel che è certo è che ama l’horror e vive di horror, anche se molte volte ad affascinarlo sono le produzioni più becere. “Esteta del miserabile cinematografico” si autodefinisce, ma la realtà è che è sensibile a tette e sangue.

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