Cinema Drag Me To Hell: intervista con lo scenografo

Drag Me To Hell: intervista con lo scenografo

In occasione dell’uscita al cinema di Drag me to Hell, il nuovo film horror di Sam Raimi in arrivo l’11 settembre in Italia, pubblichiamo una intervista allo scenografo del film, Steve Saklad, che svela i segreti della realizzazione del film.

Grazie alla collaborazione del blog ufficiale italiano del film, vi proponiamo in esclusiva l’intervista allo scenografo Steve Saklad.

Quali sono le scene di Drag Me to Hell di cui sei più orgoglioso? Qual è stata la tua fonte di ispirazione?

Per essere un film a basso budget, Drag Me To Hell ha fornito al reparto artistico un’opportunità straordinaria per raccontare una storia decisamente visiva. Come scenografo, era importante distinguere i diversi mondi distinti della nostra storia, iniziando con i grigio-beige blandi della Banca o della sala da pranzo dei genitori di Clay. La casa di Christine è un ponte visivo per quanto riguarda la tavolozza ricca di colori e la densità delle scenografie sul set, che indica come il mondo spirituale si insinui lì dentro. Ma poi devi fare un salto nel folle abisso del mondo spirituale: le sale di lettura della mano di Rham Jas, la casa della zingara e ovviamente la dimora del terrore dove risiede Shawn San Dena. L’intensità dei colori raggiunge vette incredibili qui: il turchese incontra l’arancione, il blu cobalto, il rosa e l’oro. Gli insegnamenti antireligiosi antichi si sovrappongono: immagini greche, latine, ebraiche e musulmane cozzano tra di loro. Fontane e tappezzerie rovinate, fiori e frutti in disfacimento sono presenti in questo mondo, in cui la morte si confonde con la vita. L’ispirazione ci è arrivata da ogni parte, ma soprattutto dai palazzi decadenti del Bosforo a Istanbul. Qui l’Asia incontra l’Europa, i musulmani si mischiano con i cristiani e gli ebrei. Questa è la ricca pietanza che noi volevamo mostrare nel grande Salone di questa dimora.

Come è stato lavorare con Sam Raimi? Che tipo di regista è per quanto riguarda le scenografie?

Ogni giorno era bellissimo lavorare per Sam. E’ una persona che sa esattamente quello che vuole e tuttavia ti lascia liberissimo di sorprenderlo con qualcosa a cui lui non aveva pensato. Sam adora il processo di storyboard e praticamente ogni inquadratura del film è stata disegnata più volte per combaciare con le inquadrature esatte e i movimenti che aveva in mente. Ma dipendeva molto da noi creare il mondo che circonda questa azione. Il Grande Salone è stato realizzato con gli storyboard come uno spazio rettangolare, ma poi ho proposto a Sam un bozzetto con un’incredibile sala ottagonale a cui avevo pensato, piena di colonne, spazi nascosti nell’ombra e muri con tende che potevano prendere vita. Lui ha sorriso e mi ha detto: “wow, fa veramente paura. Facciamolo”. Questi sono i momenti che speri di vivere con Sam.

Puoi dirci qualcosa sulla scena nella casa dell’anziana signora? Come l’avete preparata?

Realizzare la dimora di Shawn San Dena ha richiesto due terzi del budget del reparto artistico, quindi dovevamo farlo bene. Un favoloso palazzo moresco rosa costruito da un barone del petrolio vicino a Los Angeles è stato utilizzato per gli esterni. Abbiamo aggiunto delle pareti alla sala da ballo per creare la stanza per il ragazzino che si vede nel prologo. Lui corre attraverso le porte e si ritrova al secondo piano del nostro set, che raffigura il Grande Salone e che è stato costruito agli stabilimenti della Fox. Lui salta sopra il cornicione verso la morte al piano di sotto. Per fortuna, il nostro ricco pavimento di marmo (che presenta delle sezioni di masonite dipinte a mano) non ha mai dovuto veramente aprirsi e inghiottirlo. Infatti, Bruce Jones, il nostro supervisore agli effetti visivi, ha ideato tutti questi momenti in CGI. Creare questa stanza in cui i secoli cozzano tra loro è stato quasi come costruire un favoloso set epico di Cecil B. DeMille e tutte le proprie conoscenze vengono sfruttate. Tecniche di pittura marmorea, inserimento di intonaco nei capitelli delle colonne e nei sostegni, l’ondeggiamento delle tende vittoriane, rifiniture con ornamenti di gioielli, tappezzerie ornate a mano, icone di santi su sfondi in rovina, vere foglie dorate e delle vetrate in stile moresco sulle porte. Senza il genio e l’impegno di tutta la nostra troupe, e soprattutto del nostro decoratore Don Diers, questo non avrebbe mai potuto avvenire così bene, ossia in tempo e praticamente rispettando il budget definito.

Hai lavorato ai due film di Jason Reitman. Che tipo di esperienza è stata?

Penso che tutta la mia carriera nell’industria cinematografica dipenda da Jason Reitman. Thank You For Smoking era la mia seconda pellicola e quindi lui ha avuto una fiducia incredibile nei miei confronti. Juno è stata forse l’esperienza cinematografica più piacevole che abbia mai vissuto, con 30 giorni di riprese baciate da un connubio perfetto tra sceneggiatura e cast, tutto girato nella meravigliosa città di Vancouver, in Canada. Jason ha una conoscenza enciclopedica del cinema ed è bravissimo a comprendere il sottotesto presente in ogni sequenza. Mentre Sam lavora con gli storyboard, Jason fa qualcosa di simile con la sua macchina fotografica, durante un’esauriente periodo di ricerche svolte durante la preproduzione. Lui vuole trovar le inquadrature e le forme di una scena, così coglie delle inquadrature fondamentali che diventano veramente una bibbia per il momento delle riprese con l’intera troupe. Il mio unico rimpianto legato a Jason? A differenza di Sam, lui odia girare sui set dei teatri di posa. Jason costruisce i suoi film quasi esclusivamente intorno a delle vere location. Noi abbiamo appena terminato il nostro terzo film insieme, Up in the Air, che vede protagonista George Clooney. Abbiamo girato in cinque città differenti, con 82 luoghi utilizzati in 49 giorni e solo due giornate sui teatri di posa. Tuttavia, ne vale la pena se il prodotto finale è così buono.

Che progetti hai per il futuro prossimo? Lavorerai con Sam Raimi a breve?

Mi piacerebbe tornare a lavorare nuovamente con Sam, ma il suo ‘futuro prossimo’ è legato strettamente a Spider-Man 4 fino al… 2012? La Paramount ha pianificato l’uscita di Up in the Air per il dicembre del 2009 negli Stati Uniti. Come capita sempre quando si finisce un lavoro, iniziano i colloqui per dei nuovi progetti.

Vuoi aggiungere qualcosa sul lavoro svolto con Sam Raimi per Drag Me to Hell?

Non si può mai dire dove ti porterà una semplice sceneggiatura horror. Osservi tutti lavorare in maniera meticolosa, mentre salgono passo dopo passo una collina decisamente impervia. La soddisfazione è quando tu arrivi dall’altra parte con un film che è un fantastico viaggio sulle montagne russe. Sam Raimi riesce a fare una cosa del genere e Drag Me To Hell è diventato proprio questo tipo di film.

About Andrea G. Colombo
E’ qui praticamente da sempre. Ha dato vita a Horror.it, Horror Mania (la rivista da edicola) e Thriller Mania. E visto che si annoiava, ha pure scritto il romanzo Il Diacono. Si occupa della gestione del sito rinchiuso nel suo antro dal quale non esce quasi mai. Risponde alle mail con tempi geologici.

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