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Watchmen

Ai lettori di comics, da anni impantanati negli infantili e dicotomici balletti in maschera del fumetto supereroistico tradizionale, non pareva vero di ritrovarsi di fronte a un lavoro che sovvertiva senza alcun rispetto tutte quelle che erano considerate le regole auree del genere.

Che Zack Snyder (Dawn of The Dead) avesse particolare predilezione per gli adattamenti dai comics non è di certo una novità e il risultato ottenuto con 300 è lì a dimostrarlo. Che avesse il coraggio di spingersi oltre invece, mettendo mano sulla graphic novel più prestigiosa di tutti i tempi, era un’ipotesi tutt’altro che scontata.

Un’ipotesi che, nonostante tutto, va concretizzandosi. E Watchmen esordirà nelle sale di mezzo mondo a partire dal marzo 2009.

Questo è uno dei tanti 1985 possibili: gli Usa sono governati da un Richard Nixon incensurato, hanno vinto la Guerra del Vietnam e sono sull’orlo di un apocalisse atomica a causa di una Guerra Fredda in piena ebollizione. Quella americana è una società depressa, dominata dall’energia atomica, orfana dei suoi avventurieri in costume, dichiarati illegali dal 1977. Avventurieri come Edward Blake, un tempo conosciuto come Il Comico, eroe nazionale e supersoldato ai tempi del Vietnam, ora cadavere dopo una misteriosa caduta da un grattacielo newyorchese. Una morte che che non convince Rorschach, fuorilegge mascherato, psicopatico e caro amico del defunto Blake: il sospetto di Rorschach è che qualcuno stia cercando di eliminare uno a uno tutto gli ex supereroi, in un oscuro complotto che coinvolgerebbe le alte sfere del governo americano e gli esiti stessi del conflitto contro i sovietici. Con il coinvolgimento di tutti gli ex colleghi, Rorschach svelerà le trame di una congiura che potrebbe cambiare la storia del pianeta e sconvolgere la vita di milioni di individui.

Nati dalla mente di Alan Moore e dalla matita di Dave Gibbons, i 12 volumi della miniserie Watchmen vennero pubblicati con cadenza mensile a partire dal 1986 dalla DC Comics. Il risultato fu terremotante. Ai lettori di comics, da anni impantanati negli infantili e dicotomici balletti in maschera del fumetto supereroistico tradizionale, non pareva vero di ritrovarsi di fronte a un lavoro che sovvertiva senza alcun rispetto tutte quelle che erano considerate le regole auree del genere, si imbastardiva con imgombranti riferimenti alla realtà del tempo, rinnegava la propria natura di prodotto di intrattenimento per farsi opera provocatoria, riflessiva, trimdimensionale. Demolendo l’archetipo del supereroe classico, centro di gravità univoco delle produzioni del tempo, Moore fece tabula rasa degli impianti narrativi che da quell’archetipo si sviluppavano, e sempre e solo in funzione di quello si risolvevano. Una volta accertatosi che nulla fosse rimasto in piedi, lo scrittore iniziò a muoversi tra le macerie della tradizione e a ricostruire il tutto ex novo.

Imbastì nuove scenografie urbane sporche e feroci, verniciandole di dramma e veridicità, popolandole di supereroi senza superpoteri, mestieranti di una giustizia inevitabilmente arbitraria, di esseri dai poteri sconfinati, di nevrosi da minaccia atomica, di teorie del complotto. Nella mano di Gibbons, matita e inchiostro divennero il tramite di un gusto visuale assolutamente cinematografico e dinamico, non più elemento esclusivamente funzionale alla narrazione, ma strumento narrativo esso stesso. Watchmen è un immenso gioco di scatole cinesi che evitando accuratamente di fornire punti di riferimento, seduce, incalza e confonde; è un mostro tentacolare che salda senza timori d’eresia e incredibile efficacia riferimenti alla cultura classica e a quella pop, teorie politiche e determinismo, cinema e letteratura.
E’ stata l’unica graphic novel ad aver vinto il Premio Hugo, assegnato dal WorldCon, il congresso mondiale degli appassionati di fantascienza, e l’unica ad essere stata inserita nella lista redatta del Time Magazine dei 100 migliori romanzi in lingua inglese dal 1923 ad oggi. E’ un capolavoro. E grazie ai sonanti dollaroni messi a disposizione dalla Warner Bros, è diventato un film.

150 milioni di dollari, una sceneggiatura scritta a quattro mani – da Alex Tse e David Hayter – e una manciata di attori tutt’altro che celebri. Questi i tre elementi da cui Zack Snyder è partito per quella che nei fatti è la sfida più affascinante della sua sin qui brillante carriera, una sfida che negli ultimi quindici anni ha piegato più di un valido regista, da Terry Gilliam e Paul Greengrass, sconfitti dai mille ostacoli, economici e non, annidiati sulla strada di una pellicola parecchio ostica.  Da Carla Gugino (American Gangsters) a Patrick Wilson (il serial Angels in America) – che interpreteranno rispettivamente la prima incarnazione di Silk Spectre e Nite Owl, entrambi vigilantes – il cast scelto sembra fatto apposta per avanzare qualche borsata di dollari da investire nelle costosissime computer graphics che andranno a integrare in post-produzione le scenografie già esistenti, ma che, come tiene a precisare Jackie Earl Haley, l’uomo che indosserà la maschera di Rorschach, figura-cardine della vicenda: “Non saranno invasive come in 300, dove al computer venivano ricostruiti interi scenari; sarà più una questione di particolari“. A dirla tutta, non che la produzione non ci abbia provato a ingaggiare qualche pezzo grosso a là Keanu Reeves, ma l’attore, dopo un corteggiamento durato mesi, ha rinunciato alla proposta di vestire i panni dell’onnipotente Dr. Manhattan, che sarà interpretato da Billy Crudrup (Almost Famous, Big Fish).

E sempre a proposito di 300, sembra ormai ufficiale la presenza di Gerard Butler in qualità di voce narrante del frammento di animazione I Racconti del Vascello Nero, inserto meta-narrativo che originariamente andava a integrare ed approfondire le tematiche della narrazione principale. Realizzato secondo i canoni grafici degli anime giapponesi, è una conquista personale di Zack Snyder, che è riuscito a convincere la Warner Bros a produrlo e ad includerlo come extra in quella che sarà la versione home video della pellicola. Dalla sua Alan Moore, come è ormai consuetudine, si è totalmente dissociato dalla pellicola, probabilmente memore dei grigi adattamenti ispirati da molti dei suoi migliori lavori, Hellblazer in primis, e della querelle che nel 2005 lo vide affrontare la Warner Bros per lo sfruttamento del suo nome in calce alla pellicola: “Non voglio avere nulla a che fare con questo progetto,” ha dichiarato lo scrittore, “Il massimo che posso fare è mantenermi neutrale rispetto alla sua realizzazione, ma ovviamente non lo guarderò mai, nè voglio immischiarmi con i personaggi degli Studios…” Chi invece sembra entusiasta della pellicola è l’altra metà di Watchmen, il disegnatore Dave Gibbons, che ha partecipato attivamento a ogni fase della produzione e creato il primo dei poster promozionali (visibile appena sotto).

Per chi non ne avesse abbastanza, il sito ufficiale del film ospiterà mensilmente un videoblog personale del regista, che dovrebbe seguire tutte le fasi della post-produzione e togliere più di uno sfizio per quanto riguarda curiosità sulla realizzazione della pellicola. Qui un originale (e francamente  confortante) confronto tra alcune ambientazioni del fumetto e i corrispondenti set cinematografici; appena sotto, le prime immagini di alcuni tra i principali protagonisti.

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About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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