Antologie Giochi D’Equilibrio

Giochi D’Equilibrio

Amore e odio, sogno e incubo.

Binomi indissolubili nella pagine di questa raccolta. Dieci storie in bilico tra lucidità e follia, dove il territorio di confine tra questi due mondi è troppo sottile per rappresentare un rifugio sicuro, in cui coltivare certezze. Come la corda su cui cammina un acrobata, pronta ad oscillare ad ogni piccolo soffio di vento. E cosa accade, se l’equilibrio viene meno? In quale dei due mondi si precipita?

Singolari e inquietanti risposte vengono offerte da questa raccolta di racconti, dove Carlo Baldacci Carli dimostra il proprio talento creativo sopperendo ai limiti imposti dalla narrativa breve (dove le azioni, la caratterizzazione dei personaggi e le descrizioni devono necessariamente rispondere a un imperativo di brevità) e sfruttandone invece tutte le potenzialità: i giochi di toni, i dialoghi serrati, l’imprevedibilità.

Si va dal tema dell’inversione dei ruoli (L’uomo con la valigia, Il cuore spezzato, La villa in fondo al viale) dove le figure di vittima e carnefice finiscono per cambiarsi di posto, al mondo onirico e allucinante de Il centro dell’equilibrio, passando per la ghost story (Il pranzo di Luisa) e le ambiguità spiazzanti di La vendetta, fino al lirismo di Come un naufrago, Il tuo nome nel vento, Crolonogio di un esteta e Vorrei, più poesie in prosa che racconti veri e propri. Non mancano i riferimenti, siano essi impliciti o espliciti, ad autori come il già citato Poe, Lovecraft, Baudelaire, Calderòn de la Barca, Shelly, Byron e molti altri. Allo stesso modo traspare dai racconti la passione dell’autore per l’esoterismo e per la storia degli ordini cavallereschi, come testimonia La villa in fondo al viale. Ciononostante Giochi d’equilibrio è un’antologia originalissima, che brilla di luce propria, capace di avviluppare il lettore nelle cupe atmosfere delle sue storie.
Dieci racconti, dieci incursioni in un buio popolato da demoni. E quali siano i più pericolosi, se quelli nascosti in una vecchia villa su una scogliera o quelli annidati nel cuore umano, è davvero difficile stabilire.

INCIPIT DEL RACCONTO IL CENTRO DELL'EQUILIBRIO

Fu nel silenzio della sua camera che l’equilibrio venne meno. 
Il quadrante della sveglia gli ricordava che erano le tre del mattino. L’ennesima notte insonne di quella maledetta estate. Era sudato e faticava a respirare. Si era girato e rigirato nel letto come una mosca intrappolata nella tela di un ragno. Le lenzuola di lino sembravano volerlo strangolare.
Era rimasto da solo nel buio della stanza, seduto sul letto col petto appoggiato alle ginocchia e le braccia strette attorno alle gambe. Aveva pianto. Aveva alzato gli occhi al soffitto come se fosse stato cielo e aveva spalancato la bocca in un urlo muto: silenzio che si perse nel silenzio della stanza. La camera era un’enorme campana priva di battaglio; era un buco nero che inghiotte qualsiasi suono; era la bocca spalancata di un uomo a cui era stata strappata la lingua. Lui era la lingua. Era ormai incapace di qualsiasi gemito o lamento da quanto si erano strette attorno a lui quelle tenaglie che l’avevano sradicato dal proprio alveo. Era una lingua palpitante che si dibatteva come la coda spezzata di una lucertola. Era stretto in un pugno che gli toglieva il fiato. Era prigioniero di quella morsa di dolore.

Giochi D’Equilibrio

di Carlo Baldacci Carli
Debatte Editore
pp. 141
Euro 9.50

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