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Cronenberg: “Horror? No, grazie”

“Ovviamente, il termine body horror non è stato coniato da me: non sono solito definire in tempo reale ciò che sto facendo”.

E’ assolutamente normale che il pubblico abbia nostalgia dei film con i quali è cresciuto. Ma trovo alquanto noioso ripetere esperienze già vissute e, d’altra parte, senza un’idea efficace e intrigante, non ho alcuna valida ragione per tornare all’horror“. Parola di David Cronenberg, interrogato a riguardo dall e-magazine Wired in occasione della presentazione del DVD di Eastern Promises, ultimo, fondamentale capitolo della sua personalissima e più che ventennale fenomenologia della corporalità.

Del resto, che fossero horror o sci-fi, noir, drammi o grottesche ibridazioni tra di essi, Cronenberg ha sempre spietatamente danzato tra i generi cinematografici, seducendoli e abbandonandoli una volta declinate secondo necessità le proprie ossessioni.
Una seduzione che, a sentire il regista, ha sortito un effetto che è andato deformandosi negli anni: “Sento spesso definire un certo mio cinema body horror. Ovviamente, quello non è un termine coniato da me: non sono solito definire in tempo reale ciò che sto facendo. E’ decisamente più interessante, e lo dico senza voler apparire egocentrico, riflettere su come quei film siano stati smontati pezzo per pezzo, idea per idea, centrifugati e ricomposti in qualcosa di completamente diverso nel corso degli anni, e da più di un regista. Secondo alcuni, ciò che più dovrebbe avvicinarsi ai miei modelli è il cosiddetto torture porn: davvero questi film sono così disturbanti, in un’epoca in cui basta possedere un pc per avere tutta la violenza che si cerca? La violenza fine a se stessa non mi è mai interessata. Nessuna polemica, dopotutto questa è la vera natura della creatività, e di un certo business: ognuno cannibalizza le idee altrui. Ma è’ così sorprendente che stia cercando di allontanarmi da queste dinamiche?”

About Andrea Avvenengo
E’ nato nel terrore spiando Twin Peaks alla TV. Il tempo ha messo in fila passioni su passioni, raffinando (o imbarbarendo?) i gusti, ma senza mai scalfire la capacità del cinema fantastico di scaraventarmi indietro nel tempo, la mani davanti agli occhi, terrorizzato e fottutamente felice.

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